domenica 16 gennaio 2011

Solo un'ombra

La nebbia intorno era leggera, accarezzava i tronchi degli alberi e poi spariva.
Le foglie secche creavano un tappeto di colori dai toni accesi in tutte le tinte del marrone e dell'arancio, il bosco sembrava acceso in un silenzioso incendio di colori.
Avanzava con passo leggero, controllato e fluido. I piedi calpestavano le foglie senza un rumore, il respiro era impercettibile. Sapeva che poco più avanti si trovava il suo obiettivo, non doveva farsi notare fino a missione conclusa, e la missione si concludeva solo dopo aver fatto rapporto ad Iga. L'odore nell'aria era inconfondibile, odore di nebbia e di natura bagnata, caratteristico del periodo di fine autunno.. era strano ma faceva sempre caso agli odori. La sciarpa di stoffa nera che  proteggeva bocca e naso gli dava un caldo senso di sicurezza, aveva sempre amato quella calda carezza durante le sue uscite. Solitamente gli incarichi assegnatili si svolgevano durante la notte, tuttavia ultimamente veniva reclutato sempre più spesso per agire nelle ore diurne, un chiaro segno di stima nelle sue capacità. Continuava ad avanzare piano, sentiva la leggera brezza che sfiorargli le orecchie, il rumore di qualche castagna cadere, ed un forte, presente silenzio. Era davvero difficile non farsi notare con tutto quel silenzio. Tuttavia lui non esisteva. Era solo una solitaria ombra. Finalmente aveva contatto visivo con la sua vittima, lo vedeva mentre di spalle camminava lentamente verso il bosco. Poteva leggere dalle sue movenze che stava gustandosi l'aria della stagione, durante quella sua piccola ed imprudente escursione pomeridiana.
Come tutti i nobili peccava di egocentrismo, recarsi così solo senza scorta nei boschi ai confini del tempio era un'imprudenza degna di chi divide la gente in categorie. Forse il decidere del destino di tante persone l'aveva reso troppo sicuro di sè; ora l'unica cosa sicura era la sua morte.
Ma d'altra parte tutto questo non era affare del suo inseguitore, lui colpiva con armoniosa freddezza chi gli veniva ordinato di colpire,  proprio questa mancanza di interesse lo rendeva l'arma che era. La nebbia era diventata leggermente più densa, ed alle spalle del nobiluomo si era materializzato un sordo rumore, come un tonfo; il tempo di voltarsi e chiedersi cosa potesse essere stato: un cervo? un uccello? o un cane randagio?  non c'era niente. Di sicuro c'era qualcosa sull'albero alle sue spalle, da lì l'ombra aveva spiccato un balzo e con la velocità di un sussurro aveva tinto l'acciaio della sua corta lama nella giugulare della preda.
Senza rendersene conto il nobile giaceva sulla terra umida, rossa per il sangue che usciva dalla gola penetrata. L'ombra lo guardava, quel rosso era perfetto fra le foglie secche.. un colore puro e profondo, ogni volta che lo spillava si stupiva della bellezza e dell'essenza segreta di quella tinta. Ma non doveva pensare, quelle erano attività per uomini, lui aveva rinnegato il suo status di persona quando aveva iniziato l'allenamento al villaggio Iga quindici anni fa.La nebbia era divenuta ancora più insistente e densa, l'ombra si era assimilata ad essa, trasportata sulla via del ritorno insieme alla brezza divenuta più fresca.

1 commento:

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