martedì 31 maggio 2011

Il seme

Nonostante da tempo imperversasse la crisi economica e la gente faticasse ad arrivare alla fine del mese, loro si incontravano ugualmente.
Non erano in molti, forse un ventina, solo in sei quelli che dirigevano e coordinavano in prima persona le operazioni
Come ogni giorno si trovarono dopo mezzogiorno davanti alla chiesa del paese, il cielo era limpido e la piazza sembrava luminosa di luce propria. Con un sole cosi’ splendente anche i piccioni che di solito infastidivano i turisti apparivano come degli uccelli nobili.
Si riunirono nell’antro della cappella, in quella che in tempi antichi era un altare dedicato al culto di Venere, ma che ormai nessuno piu’ ricordava. Si riunirono come al solito, come ogni martedi’ della settimana, tutti disposti a cerchio in questa piccola ma accogliente stanza circolare. La luce filtrava libera dalle inferriate delle finestre, proiettando uno strano gioco di ombre e rendendo il momento ancora piu’ solenne.
I sei coordinatori erano persone di spicco, ben affermate nella societa’ e tutte apprezzate per la loro prodigalita’ verso il prossimo e il loro impegno nel sociale; gli altri venti li stimavano molto e li consideravano una guida importante a tutti i livelli.
I sei si misero in maniera da formare un cerchio, ai loro piedi un mosaico ritraeva un il sole nero, che a dispetto del nome era un antico simbolo di iniziazione e di conoscenza. La meditazione inizio’, le venti persone si presero per mano rimanendo in piedi e chiusero gli occhi. Anche i sei li chiusero e rivolsero i palmi delle mani al simbolo sul pavimento. Erano convinti di poter veicolare tramite quel mezzo l’energia generata dai pensieri dei loro confratelli, dirigendola verso quella che chiamavano ‘coscienza collettiva’ ed inserire in essa le forme-pensiero così generate. 
Pensavano di poter influenzare lo scorrere degli evente, chiedevano un cambiamento, per il loro paese e per il mondo. Veicolavano pensieri genuini, desiderio di tornare alle origini, alla purezza che l’uomo aveva perduto mescolandosi senza ritegno con la sozzura del mondo. Anelavano ad un uomo dal sangue e dall’animo puro, che riconoscesse i segni della natura e che vivesse secondo le leggi della creazione e dell’evoluzione. Volevano un mondo di pace, un mondo pulito, un mondo unito e in armonia. 
Dopo quaranta minuti la sessione era terminata, come di consueto si scambiarono amichevoli saluti e sinceri ringraziamenti; e con il cuore libero da fardelli ognuno ritorno’ alle proprie mansioni giornaliere. Tuttavia il gruppo era saldo e le intenzioni nobili; il circolo era destinato a crescere al di la’ di ogni aspettativa.
Qualche anno dopo raggiunsero il culmine dello splendore. Le loro sessioni divenenro sempre piu’ elaborate e intrise di significati, e cosa più importante,  sembrava che stessero davvero infondendo un forte cambiamento nel mondo. Ora erano una moltitudine, non si riunivano piu’ nella piccola cappella, ma in un antico castello concesso da un facoltoso confratello.
Decisero che il nome della nuova confraternita sarebbe stata “Thule”, come la mitica città del nord, e che il simbolo dell’uomo nuovo a cui anelavano sarebbe stata la sacra swastika sanscrita..
Non sapevano che avevano innestato un seme che sarebbe maturato qualche anno dopo, gettando l’intero mondo nella piu’ grande e feroce guerra che mai si fosse vista.
Non sapevano che avevano creato quello che piu’ tardi sara’ conosciuto col nome di nazismo.

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