martedì 31 maggio 2011

Sotto il cielo del tramonto camminava in avanti, un passo dopo l'altro, un passo dopo l'altro.
In mano una piccola valigia con dentro il necessario, perchè a volte il necessario sa star dentro una piccola valigia. 
Sotto il sole del tramonto andava avanti, con passo deciso e con uno strano sorriso disteso. 
Quella leggera espressione nasceva dal vuoto del suo cuore, una conquista finalmente ottenuta dopo molte vittorie e molte sconfitte.
Camminava sereno con quella leggerezza, poichè sapeva che un cuore vuoto può solamente essere riempito.
Il vento si era levato e giocava senza timore con la sua giacca, sopra la testa il rossore del cielo aumentava di saturazione, trasformando la volta celeste in un esplosione di nuvole arancio e porpora.
Il viso era illuminato dal gigantesco occhio antico e stanco del sole che tramonta, uno sguardo che lascia questa terra per nascondersi dietro il mare e cercare riposo.
Stava scendeva lentamente la collina quando notò la bambina dagli occhi azzurri giocare presso la strada, era sicuro di averla vista ancora nei paraggi, ma non si era mai soffermato ad osservarla veramente.
Ora lei lo stava guardando neglio occhi, e lui con aria distratta ricambiò lo sguardo.
In quel momento, e solo in quel momento, si reso conto della vastità del mondo che lei celava, trasparente dietro l'azzurro dei quei due specchi rotondi c'era uno spazio infinito che non era di questo mondo, che brillava di una luce distante, un luogo che si può conoscere solo poche volte nella vita.
Negli occhi di lei scorse il riflesso dei suoi e sorrise, perchè capì che parte di quel mondo era anche il suo.
La mano sinistra si posò lentamente sul capo della ragazzina, un gesto d'approvazione, ringraziamente e saluto nello stesso tempo; i piedi ripresero a marciare.
Non poteva fermarsi ora, il suo corpo non voleva fermarsi ora, ciò che più di ogni altra cosa gli premeva era di giungere finalmente alla sua meta.
La fine del suo viaggio era dietro il mare, precisamente nel luogo dove il sole si ritira dopo aver preso congedo dal mondo, nella sua stessa dimora. Cercando quella casa era giunto finalmente al porto di quello strano e familiare paese, lì lo attendeva l'intenso blu di un oceano mai percorso, ed il legno mai troppo sicuro di una caravella.
Salii facendo scricchiolare le assi sotto i piedi, ed in pochi momenti il blu cobato  fu solcato dalla scia bianca della nave: sembrava una freccia diretta al tramonto, uomo caravella e maer come in un unico grande dardo in corsa.
Mentre la salsedine gli accarezzava il volto, mentre si compiaceva degli ultimi tiepidi raggi di sole, si girò solo per un momento verso il porto. Vide in lontananza quella bambina e capii che anche lei stava cercando qualcosa.. forse non la sua stessa meta, ma qualcosa che solo lei consoceva. Sussurò al vento qualcosa e prese congedo da quei pensieri, non poteva più voltarsi, ormai niente era più necessario.
Le era grato, ora il suo cuore era già un po' più pieno.

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