mercoledì 15 agosto 2012

La veglia notturna


Stava tornando da una festa, giusto il tragitto da percorrere a piedi per arrivare alla macchina.
Era una sera d'estate ed il vento soffiava forte e caldo, una delle sensazioni che preferiva in assoluto.
C'era da andare a casa, era tardi, c'era da preparare le cose per il lavoro del giorno dopo, c'era da andare a letto e riuscire a dormire almeno sei ore, c'era da fare tante cose...  e poi anche se i suoi problemi di colpo fossero spariti, ci sarebbe stato conunque sempre da arrovellarsi, la questione non era tanto la mole di cose da sistemare, quanto piuttosto lo stato metale in cui viveva.
La sua mente era un groviglio carnevalesco di idee, pensieri, doveri, ricordi e progetti

E per inciso ogni uomo sulla terra vive così.
Preda di questa rete di pensieri amminava con passo veloce, noncurante, con la cieca sicurezza di un sonnambulo.

Poi, non seppe neanche lui perchè, rallentò il passo.
Di colpo il moto perpetuo delle idee rallentò bruscamente, e con grande sorpresa si fermò. 
Per la prima volta stava guardando il mondo attorno.
Di più, lo stava ascoltando. Le pupille si allargarono ed un moto di stupore si disegnò lentamente sul suo viso; per la prima volta dall'inizio dell'estate stava osservando in silenzio la calda notte estiva.
La luna era piena ed illuminava delicatamente i rami degli alberi che la incorniciavano, il cielo era schiarito in un alba perpetua che trasformava il mondo nel più bello dei paesaggi onirici.
Di colpo si fermò e sin sè  mise ad ascoltare, e udì quello che non aveva mai udito. La notte era uguale a tante altre che erano passate prima di lei, identiche e senza un volto.
Eppure questa era speciale. Quello che avevo attorno era il paradiso, non un luogo fisico, ma uno stato dell'essere.
Si accorse di non star pensando a niente, la mente non è adatta ad indagare il mondo che gli si stava schiudendo, le semplici sensazioni gli stavano regalando una pienezza che pochissime volte aveva provato nella sua vita.
Fermò il passo. respirò a pieni polmoni e per una volta si sentì completamente vivo. 

In quel momento era sveglio. Non perchè non dormisse, ma perchè rispetto al resto delle genti era conapevole di essere.
Questa è una cosa rara, gli uomini durante i loro giorni camminano proiettandosi in pensieri, opinioni, progetti e luoghi inesistenti, pianificando, riflettondo, e perdondo la coscienza di essere vivi. 
In quel momento di inaspettata veglia poteva vedere la totalità della creazione attorno a sè; i boschi parlavano, non a parole, ma con la propria essenza, bisbigliavano incessantemente e lui poteva distinguenre il suono. I grilli notturni cantavano un linguaggio che poteva capire, cantavano le canzoni della sua infanzia. Il vento caldo si era alzato e lo pervadeva completamente, trasportava l'essenza stessa della notte d'estate e riempiva ogni sua cellula del vero significato dell'essere vivi.
Non esisteva più niente, solo lui, il magnifico mondo intorno e la vita, perfettamente fusi in un solo essere.
 Fece un sorriso beffarso, in realtà aveva già provato quella sensazione, ma mai in maniera così lucida; riprese la marcia verso l'auto.

Ora aveva un segreto in più. Ascoltare è la chiave per vegliare, vegliare è la chiave per la vita.
Tornava a casa in macchina, godendo ancora di quella bellissima essenza, che si schiude solo a chi lascia il mondo degli uomini alle spalle e sa percepire quello vero.

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